Northern Lands - the beginning

Storia del GDR

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    Northern Lands - The Beginning

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    Tutto ebbe inizio con un'idea, una speranza per il futuro. Frømund Hott aveva combattuto come ogni uomo del suo popolo non si era mai risparmiato di fare. Aveva pestato con i suoi piedi le proprietà degli Jarl confinanti, uccidendo suoi fratelli, figli della stessa terra, poiché le diatribe, i conflitti e i giochi di potere si intrecciavano nel suolo come radici di imponenti arbusti. Fu durante l'ennesima battaglia, affrontata e vinta da suo padre, che Frømund comprese. Vi era un solo modo per impedire che il terreno arido sotto ai suoi piedi, o sotto a quelli di chiunque altro, potesse cessare di sporcarsi e inghiottire ulteriormente il sangue. Frømund aveva pensato e cogitato un'idea, la quale avrebbe sicuramente mutato ogni aspetto della sua esistenza e persino egli stesso. Unitosi ai guerrieri che vinsero come lui lo scontro, circondando il fianco di suo padre mentre il fuoco scoppiettava e risaldava le loro membra spossate dal conflitto violento, gli occhi di Frømund slittarono sui volti di tutti i presenti. Mentre erano intenti a gongolare e complimentarsi del risultato ottenuto, annunciando tali lusinghe e compiacimenti a voce bassa e mascolina, quella di Frømund – primogenito dello Jarl – echeggiò chiara e risplendente, come l'albeggiare del mattino.

    « Perché continuare a combatterci fra noi? Perché si ricerca spasmodicamente di rubare l'un l'altro il terreno arido agli Jarl confinanti? Non dovremmo essere uniti? Non dovremmo seguire gli ideali e gli insegnamenti che gli Dei ci inviano? Una minaccia, ancor più subdola e avida, ci pungola i fianchi ad ovest. »

    La sua voce prese la libertà e con essa anche i suoi pensieri repressi sino a quel momento; un istante specifico e strategico, che andò oltre ad ogni sua comprensione. Presumibilmente era stata la morte del padre, avvenuta proprio su quel campo di battaglia, a spingerlo a parlare, oppure gli Dei stessi, permettendogli d'esternare ad ogni guerriero – giovane o maturo – a cosa la sua mente, la sua tempra, lo stesse ispirando ad attuare per i giorni e gli anni a seguire.

    « Dovremmo dimenticare ogni astio, ogni desiderio di vendetta e ogni avidità egoistica, fratelli. Dovremmo diversamente unirci, sotto un medesimo stendardo, creando la forza attraverso l'unità! Dovremmo raggrupparci, non solo guerrieri ma anche i nostri Signori, cosicché il nostro vero nemico – posto oltre a quelle sponde e quell'oceano in tumulto – tremi temendo la nostra giunta. »

    Era impossibile per Frømund concludere il proprio monologo. Era impossibile per egli smettere di discorrere, di esporre i propri ideali, le proprie aspettative per il futuro. Non vi era uomo in quel momento che ebbe il coraggio di interromperlo. Gli occhi di ognuno dei presenti seguivano le movenze, le gestualità o semplicemente il carisma lasciato libero di esprimersi del giovane Frømund. Alcuni inizialmente lo contemplarono come un folle; eppure, più le favelle del giovane echeggiavano, più il significato che si celava per nulla velatamente in esse suscitava approvazione e orgoglio negli animi dei guerrieri, i quali, seppur spossati da una battaglia conclusa e vinta, si sentirono pronti a percorrere quel sentiero mostrato loro, un sentiero nuovo, rivoluzionario ma lungimirante.

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    Trascorsero più di vent'anni da quella notte. Frømund prese il posto del padre, diventando un Signore delle Terre del Nord, un uomo da seguire e in cui riporre fiducia e rispetto. I suoi ideali si mantennero vivi nel tempo e la sua determinazione, nonché le sue indubbie capacità diplomatiche, seppero riunire tutti i popoli, tutti i Signori delle Terre del Nord, sotto il medesimo stendardo. Frømund divenne il Re di quel vasto ed esteso territorio comprendente Svezia, Norvegia e Danimarca. Frømund era orgoglioso di sé, della riuscita del suo scopo, del suo ideale, il quale fu per molto tempo solo e soltanto un sogno. Appoggiato dalla recondita e accondiscendente dolcezza della moglie, la quale era diventata madre di ben sette figli - tra maschi e femmine – tutto sembrava compiuto. La pace era giunta e a lungo sarebbe durata su quelle terre, grazie esclusivamente al pensiero, ad un ideale di un giovane guerriero.
    Fu solo un alito di vento, leggero e fresco, che portò la pace – creduta sino a quel giorno stabile – a traballare, come un piano sprovvisto di sostegno. Qualcosa iniziò ad insidiarsi nell'ombra, e quel qualcosa andò direttamente a colpire Frømund. Inizialmente il “Re Saggio” venne colpito dalla morte prematura dei suoi tre figli maschi: un male li aveva condotti lontani dagli occhi del padre ma vicinissimi agli Dei. A seguito di questa perdita, Frømund sembrò cambiare irrimediabilmente. Inizialmente, egli si distinse sempre quale uomo determinato e predisposto ad accogliere consigli e informazioni, motivato a lottare o semplicemente riporre il bene del suo Regno sopra al proprio. La morte dei suoi tre figli lo aveva stravolto, ma nei cuori dei suoi sudditi mai mancò la speranza che tale turbamento non lo offuscasse totalmente. Ciò nonostante, gli Dei avevano in serbo un altro destino per gli uomini, compreso il “Re Saggio”.
    Di Frømund rimase molto poco. Il suo altruismo si mutò in egoismo. La sua modestia si trasformò in egocentrismo. L'indubbia qualità di proferire con consiglieri e guerrieri, evitando accuratamente di offendere i loro orgogli, diventò irrimediabilmente minaccia e dispotismo. Il forte attaccamento alla sua famiglia, alla moglie rimastagli sempre fedele e devota, e l'affetto che nutrì dal giorno della nascita delle sue figlie, cambiò in odio e repulsione. Egli mutò totalmente, persino il suo aspetto adottò qualche mutamento. L'appellativo con i quali tutti erano inclini a riconoscerlo, lusingarlo e omaggiarlo, modificò con esso. Frømund non fu più riconosciuto quale “Re Saggio” ma “Re Folle”. Non fu solo il suo temperamento a riscuotere astio e diffidenza da parte dei suoi sudditi, dai suoi amici, dai suoi confidenti o dalla sua famiglia. No, furono anche le leggi inumane e bislacche, licenziose e crudeli, a renderlo sempre più simile ad un alienato, annientando completamente ogni gradevole ricordo si possedesse del suo vero essere. Instaurò una legge, di cui venne a conoscenza dai popoli ad ovest -saccheggiati dopo aver solcato l'oceano: dopo ogni matrimonio, la novella sposa doveva allontanarsi dal neo marito, permettendo così al “Re Folle” di consumare in sua vece la prima notte di nozze. Ordinò che ogni nove mesi venissero uccisi ben sette bambini, i quali sarebbero stati donati in sacrificio agli Dei. Lui stesso li sceglieva ed a nulla valevano i pianti disperati e strazianti delle madri.
    Questi accadimenti, così come molti altri, indussero il popolo alla ribellione. Dei rivoltosi, affiancati da alcuni guerrieri esperti, seppero insinuarsi nell'ubicazione del “Re Folle”, uccidendolo. Soddisfatti della vittoria, ne mostrarono il capo reciso ai sudditi: lo spettro dell'ultimo ghigno era ancora impresso sul volto del Re. Il tumulto non fu che al principio. Molti gruppi di guerrieri si allearono, formando veri e propri eserciti, i quali innescarono una vera e propria guerra tra fratelli. Le figlie, la moglie e anche la schiavitù del “Re Folle” vennero uccisi, e fu impedito alle loro salme di solcare l'acqua o di permettere ai loro corpi di bruciare col fuoco.
    Frømund, l'uomo che aveva reso grande il suo ideale, morì col capo reciso, e nulla di quel che aveva attuato di grande venne ricordato. Al suo nome si attribuirono solo le sue alienazioni.
    Il conflitto ebbe termine una generazione dopo. Un altro Jarl - Gustaf Haraldson - subentrò al "Re Folle", eliminando le leggi insensate e crudeli del suo predecessore.
    La pace sembrò finalmente ritornare. I sudditi, il neo Re e anche i suoi Jarl iniziarono a ridare vita ad ogni singolo territorio rovinato, prosciugato e assiderato dalle alienazioni del "Re Folle", incuranti che la pace potesse essere - in futuro - minacciata nuovamente. Nacque un neonato, che non era altri che il figlio illegittimo del Re precedente. Fu Gustaf Haraldson a scoprirlo e, intenerito o semplicemente motivato a non voler iniziare il suo regno all'insegna del sangue, decise di tenere con sé il bambino, presentandolo a tutti quale carne della sua carne.

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    Le Terre del Nord si divisero,
    dando vita a due imperi dominanti:

    Il Regno Unificato, sotto il governo del Nuovo Re, composto da cinque contee governate dai rispettivi Jarl, e le Terre Libere, sei contee autonome che non fanno capo al Re, governate anch'esse dai loro Jarl. In costante tumulto, quando non saccheggiano si combattono tra di loro, e quando non si guerreggiano tentano di invadere il Regno Unificato.
    Tra saccheggi, riti e guerre, queste due fazioni hanno molto in comune, sopratutto perché presto dovranno riorganizzarsi e riunirsi: l'ombra sta discendendo nuovamente sopra i capi di tutti. Un uomo, uno Jarl insoddisfatto, in segreto trama la caduta del Regno Unificato, al fine di estendere il suo dominio sino alle Terre Libere, diventando così l'ufficioso successore di Frømund Hott.

    code role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by ’nëbel~ - 19/12/2014, 14:29
     
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